La lunga vita delle cose

Oggetti / Storie / Persone

Oggetti in viaggio

Lampadario Martinelli Luce / Indonesia

Una delle prime esperienze fatte nella vendita di oggetti vintage è stata con un lampadario a sfera, la cui storia finisce nella lontana Indonesia. Abbiamo acquistato la casa in cui viviamo oggi circa otto anni fa, ed è stato uno dei momenti più difficili della nostra vita. Inevitabilmente, parlare degli oggetti mi costringe a parlare di me e del mio vissuto, e torna la malattia di mio padre, torna la scomparsa dei genitori di A.  Quando abbiamo comprato la casa in cui abitiamo ora, mio padre era in uno stadio prodromico di una grave malattia  e nessuno di noi lo sapeva. Le risposte che dava erano sconcertanti e distaccate, e pensavamo non fosse più capace di amarci come aveva fatto un tempo. Mi aspettavo che in un passaggio così delicato, come l’acquisto di una casa mi fosse vicino, mi supportasse, invece mio padre sembrava completamente disinteressato alla questione, non è mai neanche venuto a vedere il cantiere. Io soffrivo molto. Soffrivo perché desideravo così fortemente realizzare il sogno di avere una casa nostra, che qualsiasi dettaglio si distaccava della perfezione dello stesso, creava in me uno squarcio. Soffrivo perché una parte di me avrebbe voluto continuare ad abitare i luoghi dell’infanzia e non staccarsi da nulla. Gli oggetti, le cose, riescono a prendere posizioni dominanti che non gli spettano, occupano il nostro tempo, occupano la nostra mente.

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Tra le righe

Un Mondo interiore, fatto di oggetti

Ci sono dei momenti in cui la scrittura è terapeutica. Spesso nel corso della mia vita è capitato che scrivere diventasse un modo per chiarire i sentimenti, per capire meglio la direzione da prendere, per analizzare l’accaduto. Ansia, paura, inquietudine, sono spesso state le protagoniste delle pagine dei diari che ho scritto in passato, perché la gioia non ha bisogno di essere dipanata, la gioia e l’amore sono sentimenti che ti accarezzano e pervadono, non vuoi liberartene. Gli stati d’animo negativi invece, scrivendone, è come se si srotolassero lentamente dal tuo animo, depositandosi in filamenti neri sulla pagina. Solo a quel punto puoi soffiarli via.

Scrivere è allora guarire, ma non è questo il luogo adatto, anche se un fondo di dolore e malinconia è inevitabilmente connesso al distacco da qualunque oggetto che in qualche modo sia stato partecipe della nostra vita.

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Lessico familiare

Il valore delle parole: còsa

(Definizione tratta dal Vocabolario di Lingua italiana Treccani)
còsa s. f. [lat. causa «causa», che ha sostituito il lat. class. res]. – 1. È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto esiste, nella realtà o nell’immaginazione, di concreto o di astratto, di materiale o d’ideale: tutte le c. che esistono nel mondo; la luce rapida Piove di cosa in cosa (Manzoni); le c. corporee, incorporee, visibili, invisibili, temporali, eterne, ecc. Raram. si adopera per esseri animati, tranne che in espressioni come esser cosa, esser tutto cosa di qualcuno, essergli assai legato, e in qualche altro caso: la donna mia … par che sia una c. venuta Di cielo in terra a miracol mostrare (Dante); entratovi al servizio del padre, il quale era stato tutt’un’altra c. (Manzoni). Talora indica un oggetto determinato, di cui non si sa, non si può o non si vuol dire il nome: che è quella c. lì nell’angolo?; se stai buono ti regalerò una bella cosa (frequente, nell’uso fam., anche con riferimento a persona di sesso femminile [cfr. coso]: ho incontrato stamane la … cosa … lì, come si chiama?).

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