La lunga vita delle cose

Oggetti / Storie / Persone

Genius Loci

Rapiti dalla Bella Marsilia

Cala di Forno, Magliano in Toscana

[Parte 1]

La luce calda del tramonto, con le sue sfumature magiche che trasformano tutto. Il sole che piano lambisce l’acqua e ci fissa con la sua forza prepotente e magnetica. Il muro caldo della terrazza in cui sedersi a contemplare. La sensazione di pace interiore, di quiete, armonia e bellezza sono l’essenza di Cala di Forno, uno dei luoghi più belli in cui ho avuto la fortuna di trascorrere del tempo.

Viaggiare in macchina con A. mi è sempre piaciuto. La musica ci accompagna e il sole del mattino regala un tepore piacevole. Parliamo molto di solito, è un momento di bilanci, di progetti, di considerazioni sulla vita che stiamo trascorrendo insieme. Spesso gli passo una mano tra i capelli dietra la nuca e gli massaggio dolcemente con le dita il collo. Lo faccio da sempre quando siamo in macchina, rilassa molto entrambi. Questo viaggio è un piccolo regalo inaspettato, un fine settimana da trascorrere insieme ad una coppia di amici che ci hanno invitato ed altre persone che non conosciamo ancora, un gruppo di architetti che tutti gli anni organizzano un viaggio speciale per stare insieme. R. Organizza viaggi, è il suo lavoro, ma in questo caso è una occasione particolare per una professoressa che stima molto, F.

Siamo un po’ degli intrusi in questo fine settimana, ma ci siamo lasciati sedurre dalla descrizione del luogo.

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Tra le righe

Senza cima. Storia di un cedro del libano.

[Parte1]

La casa in cui abitavamo da piccole è un contenitore di oggetti infinito. Mio padre credo l’abbia sempre considerata un problema. Penso che se avesse potuto scegliere autonomamente e non avesse avuto un senso del dovere così radicato, non so se ci sarebbe stata una casa di famiglia. Da giovane C. aveva deciso di non proseguire gli studi dopo le superiori per aiutare economicamente la famiglia e i fratelli, in particolare il più grande che aveva già intrapreso il percorso universitario. Voleva fare il pilota d’aereo. Avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, perché era un uomo intelligente, arguto, con un forte senso della giustizia e dell’educazione.

Amava essere in ordine, con la camicia perfettamente stirata. Amava i gilet sartoriali, che gli cuciva il padre. Amava il viso rasato e l’acqua di colonia.  Ho una visione molto nitida di quegli anni grazie ai racconti colorati di mia nonna P. e tanti cimeli a sussurrare dettagli di quel passato lontano.

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Oggetti in viaggio

Lampadario Onda / Italia

Lampadario Onda, Claudio Salocchi per Lumenform, 1968

La camera da letto di quando ero bambina, aveva i soffitti alti, grandi porte finestrate in legno Douglas con un bel colore biondo, un elegante parquet a spina di pesce italiana. Da piccole mia mamma indossava delle pattine per camminarci e noi le vedevamo come un gioco divertente. Ho alcuni ricordi sereni e altri molti malinconici. Ricordo la luce filtrata dalle tende bianche e la  musicassetta dei Cure che nei primi anni dell’adolescenza si sostituiva a me nell’urlare al mondo l’inquietudine. Avevo una libreria che riordinavo in maniera maniacale, una scrivania con un cassetto pieno di piccoli tesori, un armadio enorme ed una porta in legno scuro con la quale chiudere fuori il mondo. Per alcuni anni ho condiviso la camera con mia sorella, fin quando lei ha deciso di trasferirsi nella camera di fianco e di dipingere con il carboncino nero durante la notte un cavallo a grandezza naturale su tutta la parete. Il cavallo è ancora li, maestoso e silente, con i suoi sogni di libertà. Il lampadario ci guardava ridere, ci ascoltava piangere, anche lui testimone muto delle vicende della nostra casa e della nostra famiglia.  Forse è più facile ricordare il dolore.

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